giovedì 15 aprile 2010
c'ho un rigurgito antifascista:ASSEMBLEA STUDENTESCA VENERDì 16 APRILE
in occasione di ciò , per ribadire le nostre idee e il nostro agire ANTIFASCISTA, abbiamo deciso di ripulire la nostra città da scritte e manifesti dei fascistii.
VENERDI 16 APRILE h.16 piazza D'AZEGLIO ,ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA PER DECIDERE COME AGIRE...
La proposta è quelli di: fare un presidio itinerante , che si fermi in tre o più luoghi densi di manifeste e scritte fasciste , e qui rimbiancare, staccare e volantinare...La zona proposta sarebbe intorno alle cure..cosa ne pensate??
Tutto verrà deciso venerdi 16 in piaza D'Azeglio
RIPULIAMO LA NOSTRA CITTà , RIBADENDO CHE FIRENZE è ANTIFASCISTA.
per info: http://udsfirenze.it
udsfirenze@gmail.com
domenica 31 gennaio 2010
Sabato 6 febbraio alle 16.00 presidio in Piazza Della Costituzione
Anche quest'anno, purtroppo, poche decine di persone insceneranno la solita lugubre sfilata silenziosa per “ricordare le vittime delle foibe e del comunismo”, condita da tricolori, croci celtiche, bandiere neoirredentiste e saluti romani. Insieme ai rampolli della destra fiorentina ci saranno, ovviamente, i vertici del PDL.
L'istituzione della Giornata del Ricordo rappresenta un punto di svolta di quel lungo processo chiamato “revisionismo storico”: un processo che mira alla tanto sbandierata “pacificazione nazionale”, da ottenersi mediante una “memoria condivisa”, basata su una metodica falsificazione delle verità storiche. Una falsificazione che avviene per mano dei politici, di destra e di centro-sinistra, che strumentalizzano un fenomeno svincolandolo dal suo contesto storico e gonfiandone a dismisura i numeri (Gasparri è arrivato a sostenere addirittura che gli infoibati fossero milioni!), e per mano di alcuni “storici”, incapaci o in malafede.
Il fenomeno delle foibe può essere infatti compreso solo se lo si colloca nella sua reale dimensione storica. La Venezia Giulia, l'Istria e la Dalmazia entrarono a far parte dell'Italia, a dispetto della loro composizione etnica, come compenso per aver combattuto a fianco dell'Intesa nella Prima Guerra Mondiale. L'avvento di Mussolini inaugurò il cosiddetto “fascismo di frontiera” (in piena continuità con la politica dei liberali): vale a dire una serie di provvedimenti di italianizzazione forzata del confine orientale, che portarono alla chiusura di scuole croate e slovene, all'imposizione dell'italiano nei giornali e nei tribunali, fino all'italianizzazione dei cognomi e della toponomastica). Come se non bastasse, nell'aprile del '41 l'Italia partecipò all'occupazione nazista della Jugoslavia, rendendosi protagonista di omicidi, stupri e rastrellamenti, di incendi di interi villaggi e dell'internamento di migliaia di civili in campi di concentramento (come ordinava la “famosa” circolare 3c del gen. Mario Roatta).
E' in questo quadro esasperato che ebbe luogo l'episodio delle foibe. Questo va inoltre diviso in due episodi distinti. Quello del settembre '43, quando, secondo fonti nazifasciste, i morti furono 3-400 (le salme recuperate furono 200), nelle stesse zone che, temporaneamente in mano ai partigiani di Tito (giuridicamente al fianco degli Alleati e contro i Repubblichini!), furono riconquistate al prezzo di 13mila morti tra militari e civili. Questo fenomeno può quindi essere definito come un episodio di giustizia sommaria delle persone più compromesse con il regime fascista (se i partigiani avessero voluto fare “pulizia etnica” degli italiani, il numero dei morti sarebbe stato non poco più alto).
L'altro episodio fu quello del maggio '45, dove gli scomparsi furono invece 500, regolarmente arrestati e giudicati da un Tribunale Militare (della maggior parte di essi, che furono fucilati, è accertata la loro passata appartenenza a forze militari o collaborazioniste del nazifascismo).
Delle vendette personali (e ce ne furono in tutta Europa, nei mesi successivi alla fine della guerra) non possono essere certo resi responsabili un movimento di liberazione intero né, tanto meno, un popolo.
E' così che membri di milizie fasciste, civili collaborazionisti e delatori diventano “innocenti la cui unica colpa era quella di essere italiani e non vergognarsene”, così come i Repubblichini diventano “bravi ragazzi animati da un non comune amore per l'Italia”, da equiparare ai partigiani liberatori. La Giornata del Ricordo diventa invece la giornata dell'orgoglio fascista, ufficialmente legittimato dal riconoscimento dello Stato, e il punto culminante di quell'operazione di sdoganamento che permette a questa feccia di candidarsi alle elezioni con il PDL (come il leader di Forza Nuova Fiore), di scorrazzare per le nostre città aggredendo migranti, omosessuali e militanti di sinistra, di mettere in atto raid punitivi contro i lavoratori in lotta (vedi il caso dell'Eutelia, a Roma) e, in ultimo, di diffondere un'ideologia autoritaria, dell'ordine e della sicurezza.
E' questo il ruolo dei fascisti, lo era prima del '22, lo era negli anni della strategia della tensione e lo è ancora adesso: da una parte intimorire e reprimere chi lotta (protetti e spalleggiati dalle forze dell'ordine), dall'altra fare proseliti, in tempi di crisi economica, attraverso una propaganda populista e razzista, affinché chi ogni giorno lucra sulle nostre vite e sul nostro lavoro mantenga inalterati i suoi immensi profitti e continui a manovrarci dall'alto.
Non lasceremo che mentre i nostri compagni muoiono e soffrono nelle carceri, mentre quattro lavoratori al giorno non tornano a casa dalle loro famiglie per una miseria, i fascisti, vecchi, nuovi e ripuliti, ostentino i loro vergognosi simboli e sfilino per la nostra città diffondendo odio e xenofobia.
6 FEBBRAIO PRESIDIO ANTIFASCISTA
Dalle 16.00 - P.ZZA DELLA COSTITUZIONE
giovedì 26 novembre 2009
Piattaforma Corteo Studentesco 12 Dicembre
A 40 anni dalla strage impunita di Piazza Fontana, che segnò l´inizio della strategia della tensione e l´uso dei teoremi giudiziari e dei gruppi neofascisti come manovalanza reazionaria, saremo in piazza a manifestare perché oggi è necessario ribadire che l´antifascismo è una pratica quotidiana di aggregazione, impegno e socialità, antidoto ad un clima generale fatto di "pacchetti sicurezza" e campagne di odio alimentate ormai da anni da un ceto politico screditato che attraverso la criminalizzazione di gruppi etnici, settori sociali ed esperienze politiche di base, cerca consensi e legittimità.
In un paese in profonda crisi politica, economica e culturale, sono infatti la repressione, l´intolleranza e l´odio per un presunto diverso che stanno prevalendo. Si scaricano così tensioni sociali sulle categorie più deboli come gli immigrati e si reprime ogni forma di resistenza sul territorio. Un paese dove si muore pestati nelle celle, dove le carceri scoppiano, dove vige la caccia al rom, dove un gruppo di squadristi con a capo il padrone fa irruzione in una fabbrica occupata dai lavoratori senza stipendio da mesi - come all´Eutelia di Roma - e dove continuano a morire tre lavoratori al giorno. Un paese dove 5 studenti sono arrestati per rapina per non avere pagato 500 fotocopie. Un paese dove gli immigrati sono soggetti a leggi speciali, con carceri speciali, extragiudiziali come CPT e CIE, continuamente vessati nei loro diritti ed affetti, forza lavoro da sfruttare attraverso il ricatto. Un paese dove immigrati, omosessuali e trans sono vittime continuamente di aggressioni fasciste. Dove il ruolo della donna è relegato tra la "velina" e la brava casalinga.
Non può stupire quindi che si legalizzino le ronde dei "cittadini" e che i nuovi gruppi fascisti siano protetti e finanziati in tutta Italia, usati nel tentativo di intercettare consenso e disagio tra i giovani e nei quartieri popolari.
Questo sta accadendo anche in Toscana: 7 persone arrestate tra Pistoia e Livorno per i danneggiamenti della sede di Casapound Pistoia, 1 ragazzo arrestato per aver messo un petardo a Firenze ed 11 antifascisti accusati di tentata rissa perquisiti con cani antiesplosivo e costretti al prelievo del DNA semplicemente per aver risposto ad una chiamata d´aiuto di una ragazza minacciata da un gruppo di neofascisti. Appare chiara la strumentalizzazione di queste operazioni di Procure e polizie toscane, in cui si continua a costruire teoremi, usando categorie come quella del terrorismo per isolare e indicare al pubblico disprezzo compagni antifascisti e militanti politici, per ridurre al silenzio tutto un movimento forte e radicato, garantendo invece legittimità, soldi e agibilità a gruppuscoli fascisti. Una regione in cui 90 militari dell´Arma fanno irruzione nelle case occupate dal Movimento di Lotta per la Casa dove vivono rifugiati politici ed immigrati, spaccando tutto e denunciando gli abitanti con il solo scopo intimidatorio, mentre in galera vengono lasciati morire ragazzi come Yassin, 17 anni, suicida a Firenze nel carcere minorile. Dove altri ragazzi 17enni sono invece colpiti da denunce, avvisi orali, intimidazioni per frenarne l´impegno e l´attività politica.
Una regione dove però esiste ancora un tessuto sociale e popolare antifascista ed antirazzista, che rifiuta i fascisti, che rifiuta i CIE, che parla di unità oltre i colori della pelle, dove le mobilitazioni per la libertà degli antifascisti arrestati sono partecipate e diffuse.
Il 12 dicembre la Toscana antifascista ed antirazzista sarà in piazza perché di fronte a tutto questo non si può più stare in silenzio!!!!
Saremo in piazza contro arresti, perquisizioni, inchieste e teoremi, per la libertà delle persone arrestate, per dire che continueremo le nostre lotte sul territorio, nelle scuole e nei posti di lavoro e contro la costruzione di un CIE in Toscana; saremo in piazza perché per noi sicurezza significa un posto di lavoro sicuro, una casa per tutti, una scuola pubblica, per rafforzare reti e relazioni sociali capaci di rispondere alla gravità di quanto sta accadendo.
12 DICEMBRE 2009 MANIFESTAZIONE REGIONALE
ORE 15.30 Piazza San Marco - Firenze
per info:http://notavfirenze.blogspot.com/
mercoledì 25 novembre 2009
Appuntamento fisso
L'appuntamento è ogni lunedi alle 14.15 nell'aula autogestita.
giovedì 8 ottobre 2009
Primo Appuntamento
Volantino Creazione Collettivo
Collettivo Autorganizzato Studentesco Volta
Oggi, Giovedi 9 Ottobre 2009 è stato creato il collettivo dell' I.T.C. Alessandro Volta.
Di seguito posto il volantino che è stato distribuito nella scuola nell'arco della mattinata.
Siccome la qualità dell'immagine non è delle migliori qui sotto riporto cio stampato sul volantino:
Un Collettivo per il Volta!
Molte scuole in questo periodo hanno organizzato, se già non l’avevano, un collettivo proprio. Questi hanno fatto riunioni e si sono consultati tra di loro. Non avendone uno, noi rischiamo di rimanere indietro.
Lo diciamo non perché sia importante fare come gli altri, ma perché un’assemblea degli studenti ci serve a difendere i nostri diritti.
Nel caso che non l’abbiate notato, la scuola e il nostro paese stanno cambiando, e molto! Siamo trascinati verso un nuovo modello di società dove il senso critico del cittadino medio viene annullato, in modo da portarlo a pensare e a fare quello che gli viene detto attraverso l’istruzione, la televisione, i giornali e qualsiasi altro mezzo utile per influenzarne l’opinione!
Ragazzi, autorganizziamoci!
Quello che ci serve è una nostra autonoma organizzazione dove discutere, studiare soluzioni e prendere decisioni insieme.
Uno spazio dove sia possibile per noi parlare liberamente dei problemi della scuola e della società.
Il collettivo è una riunione studentesca aperta a tutti.
È molto importante poter contare su di una partecipazione numerosa, perchè lo scopo è quello di prendere decisioni su assemblee ed eventuali iniziative di “protesta”.
Percio’ proponiamo di dare vita ad un collettivo dell’I.T.C. Volta.
Come primo incontro, vi invitiamo a riunirci Sabato 10 ottobre 2009 dopo le lezioni nel giardino della scuola.